Allo stato attuale, il mercato delle telecomunicazioni in Italia, con 35 miliardi di euro l’anno rappresenta, da solo, circa il 2% del PIL. Ad una diminuzione costante dei prezzi al consumo (il 44% in meno, negli ultimi 15 anni, grazie al processo di liberalizzazione regolamentata, di matrice comunitaria, che ha interessato il nostro Paese a partire dalla fine degli anni 90, e che ci vede allineati rispetto alle dinamiche
dei principali stati europei – Germania, Francia, Regno Unito, Spagna) corrisponde una sempre maggior richiesta di servizi da parte del mercato, con attenzione all’innovazione tecnologica, alle reti digitali di nuova generazione, ai servizi integrati più innovativi, così che i ricavi complessivi rimangano invariati, nonostante la progressiva e consistente riduzione dei prezzi. In questo scenario si possono ben identificare almeno due tipologie di “attori”: le aziende presenti sul mercato consumer business e retail (reseller internet, gestori di telefonia fissa e mobile, siti di e-commerce, distributori di hardware e software) e le imprese che, grazie a tecnologia, know-how e presenza sul mercato internazionale, forniscono alle prime le risorse necessarie (gestori di traffico wholesale, operatori infrastrutturali di banda larga, aziende di housing ed hosting, produttori hardware, sviluppatori software) per sfidare concorrenza e mercato.

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